bielece

«Bellezza è verità, verità è bellezza, questo solo

Sulla Terra sapete, ed è quanto basta.» John Keats

Il lavoro degli artisti ha un unico scopo: produrre bellezza.

È l’impresa impossibile e romantica che Costarocosa si propone di compiere con rispetto e dedizione all’interno di quella cattedrale immensamente tragica che è il Vajont. Un tempio alla violenza insensata del profitto capitalista laddove il silenzio profondo della montagna riepiloga le colpe degli uomini e la loro nemesi senza poterle cancellare. Per compiere il nostro dovere inizieremo quindi con un atto sconsiderato e di ribellione e incominceremo apparentemente da molto lontano. Caricheremo una vecchia scala da fienile contadina sul portapacchi della macchina di Armando e partiremo verso il mare dirigendoci a Cortellazzo, all’estuario del Piave. Cercheremo un tratto di costa libero e lì, abusivamente, innalzeremo la nostra prima scala contadina verso il cielo e quando la scala sarà piazzata il nostro amorevole incarico sarà iniziato. Risaliremo il fiume fino alla diga (che non vogliamo abbattere o sfidare ma, simbolicamente, scalare) per giungere alla linea che sarà segnata in vernice come una serie di tratti e di punti. In codice morse scriveremo, infatti, la parola BIELECE che in friulano significa bellezza perché questo è l’unico orizzonte che ci interessa di ricreare come gemello alpestre di quello teso e azzurro del mare e al quale sempre come esseri umani e come artisti aneliamo. Ai piedi della diga e su di essa collocheremo un numero simbolico di scale di legno provenienti dai luoghi contadini del Paese perché possa essere concessa a tutti l’ascesa struggente verso l’etere infinito dove la bellezza si disperde e splende. Le scale le chiederemo in dono la loro collocazione richiederà costi di trasporto e installazione da valutare mentre la scritta in morse dovrebbe essere realizzata con vernice acrilica tramite ponteggi sospesi.

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